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Elisabetta Rosso Photography > Lezione  > 1. APPROCCIO ALLA COMPOSIZIONE FOTOGRAFICA
Usa on the road - Viaggi negli Stati Uniti - Route 66 - Viaggiare negli Stati Uniti

1. APPROCCIO ALLA COMPOSIZIONE FOTOGRAFICA

Per molti di noi la fotografia è un modo per raccontare e raccontarsi. E in effetti così dovrebbe essere in quanto linguaggio. Quindi il primo consiglio è quello di avere qualcosa di dire… quando si vuole comunicare è generalmente una cosa molto utile!

Quindi se fotografare vuol dire scrivere con la luce allora chiediamoci non solo come possiamo scrivere ma anche e soprattutto che cosa vogliamo raccontare con il nostro “scrivere”. E poiché di fotografie che non dicono nulla ce ne sono già tante proviamo a lavorare nella direzione del contenuto!

La natura e il paesaggio in generale, sono continue fonti di ispirazione e desiderio fotografico per chiunque: professionista o semplice appassionato. Chiunque abbia l’abitudine di viaggiare con la macchina fotografica si è cimentato con la fotografia di paesaggio. 

Ma ahimè spesso con grande delusione! Vi sarà successo a volte di essere totalmente insoddisfatti di quello che avete prodotto con la vostra macchina fotografica?? Ma perché così difficile? Perché qualcosa di tanto bello è così complicato da esprimere? Avete presente quella sensazione di voler fare un bel disegno ma di riuscire a realizzare solo l’omino stecchino di quando avevate 4 anni? Io sì ! (ecco perché fotografo e non disegno!) è un po’ una frustrazione simile a quella di vedere un paesaggio bellissimo e fare una foto, nella migliore delle ipotesi, banale e il più delle volte semplicemente inutile.

Proviamo a capirci qualcosa.

Diversi aspetti rendono la fotografia di paesaggio e natura in generale una fotografia “difficile”. Proviamo ad analizzare alcune di queste odiose problematiche per cercare di capire come produrre una fotografia che sia (almeno un po’ ) emozionante, insomma proviamo a capire come limitare almeno in fotografia un po’ di frustrazione!

Quante volte vi è capitato di trovarvi di fronte a un incredibile scenario e di avere il desiderio di immortalarlo con la vostra fotocamera? E quante volte il risultato ottenuto non era assolutamente paragonabile alle vostre aspettative? Quante volte avete avuto la sensazione che nella fotografia che avete realizzato non ci fosse o non si “vedesse” nulla di quello che avevate visto con i vostri occhi? Beh immagino che sia capitato spesso… almeno a me parecchie volte. 

Prima di tutto concentriamoci sul concetto di vedere e sentire. Quando ci troviamo di fronte ad uno splendido panorama teniamo presente che non ci limitiamo a vederlo con gli occhi. Tutti i nostri sensi vengono coinvolti. Il rumore del vento tra gli alberi o delle onde del mare riempie le nostre orecchie. L’odore dell’erba bagnata o della polvere stimola il nostro olfatto. La pelle sente il caldo, il freddo, l’arido o l’umidità. I muscoli sentono la fatica. Se poi siamo in pregevole compagnia anche i nostri sensi più istintivi contribuiranno a dare un’immagine più gradevole del panorama.

Bene: tutto questo stimola il nostro cervello andando ad integrare il senso della vista. L’immagine mentale che noi ci creiamo va ben oltre l’immagine oggettiva che si trova davanti a noi. Diventa un’immagine fatta di esperienze sensoriali. E non solo: è un’immagine fatta anche di ricordi ed emozioni personali. Se abbiamo camminato e faticato per raggiungere un determinato luogo, se qualcosa di bello ci è capitato in un questo luogo o se quello che vediamo ci suscita dei ricordi … beh tutto questo collabora nella realizzazione dell’immagine mentale di quello che stiamo vedendo. 

Ecco quindi anche che lo stesso paesaggio potrà suscitare emozioni diverse se ci andiamo con il sole o con la pioggia, di buon umore o malinconici, con la fidanzata o con la suocera…

Nel momento in cui cerchiamo di mettere tutto questo in una fotografia il risultato spesso diventa insoddisfacente. 

Questo blog si si concentrerà proprio su questo: utilizzare delle tecniche compositive e delle scelte  fotografiche in modo da cercare di “inserire” tutte queste emozioni all’interno di uno scatto. (magari la suocera no…)

Comments:

  • Maurizio Formati

    Marzo 17, 2020 at 9:03 am

    Buongiorno Elisabetta,
    mi sono imbattuto nel link del tuo blog casualmente. Già il titolo mi ha incuriosito parecchio. Faccio anche io fotografia ( per passione ). Spero che un giorno possa diventare anche un lavoro ( sto lavorando per far si che ciò accada ). Occupandomi anche io di fotografia paesaggistica e leggendo il tuo racconto, mi sono riconosciuto in ogni singola parola che ho letto. Ti auguro buon lavoro e ti faccio i complimenti.
    Ciao
    Maurizio

  • Maurizio Formati

    Marzo 17, 2020 at 9:03 am

    Buongiorno Elisabetta,
    mi sono imbattuto nel link del tuo blog casualmente. Già il titolo mi ha incuriosito parecchio. Faccio anche io fotografia ( per passione ). Spero che un giorno possa diventare anche un lavoro ( sto lavorando per far si che ciò accada ). Occupandomi anche io di fotografia paesaggistica e leggendo il tuo racconto, mi sono riconosciuto in ogni singola parola che ho letto. Ti auguro buon lavoro e ti faccio i complimenti.
    Ciao
    Maurizio

  • Gionni

    Marzo 28, 2020 at 5:02 pm

    Ciao Elisabetta, ho acquistato il tuo libro sull’Islanda e quando ho visto questa iniziativa non ho perso un momento. Sono un semplice appassionato di foto (soprattutto paesaggio) scatto da decine di anni e devo dire che mi ritrovo çompletamente nelle tue parole in questi iniziali paragrafi. Sappi che ti seguirò fedelmente perché so che non mi deluderai. Grazie.

  • Gionni

    Marzo 28, 2020 at 5:02 pm

    Ciao Elisabetta, ho acquistato il tuo libro sull’Islanda e quando ho visto questa iniziativa non ho perso un momento. Sono un semplice appassionato di foto (soprattutto paesaggio) scatto da decine di anni e devo dire che mi ritrovo çompletamente nelle tue parole in questi iniziali paragrafi. Sappi che ti seguirò fedelmente perché so che non mi deluderai. Grazie.

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