6. VISTA VISIONE E VISIONARI
Intendo la vista come il processo “meccanico” con il quale siamo in grado di vedere. Mentre intendo la visione come la reinterpretazione che fa il nostro cervello di quello che la vista ci propone. E noi come fotografi dobbiamo cercare di essere visionari! In sostanza la vista è in qualche modo un processo oggettivo mentre la visione in quanto reinterpretazione è un processo soggettivo. La macchina fotografica in quanto strumento meccanico (al giorno d’oggi anche elettronico) è tendenzialmente “stupida”, è oggettiva e realizza un’immagine “oggettiva” ( e a volte stupida!). Quello che noi vediamo però quando guardiamo un paesaggio non è puramente oggettivo ma mediato dalla nostra percezione. Ecco perché quando scattiamo una fotografia di un bel panorama che ci ha emozionato, ci capita di avere la sensazione che non “ci sia nulla” di quello che avevamo visto, o che le cose che tanto ci avevano colpito “spariscano” all’interno dell’immagine, confuse tra molti elementi “inutili”. Questo accade perché il nostro cervello rielabora quello che vede dando dei pesi diversi alle cose interessanti. Così quel singolo fiore in un prato che tanto ci sembrava bello quando cerchiamo di fotografarlo nel suo contesto sparisce completamente. Il nostro occhio aveva “visto” fiore nel campo e il nostro cervello gli ha attribuito un peso maggiore a quello che effettivamente aveva. La macchina fotografica si limita a vederlo. Sta a noi utilizzare tutte le nostre competenze di composizione per dargli maggiore peso.
2. GUARDARE
Ebbene sì guardare prima di fotografare è una gran bella idea. Sembra una cosa banale da dire e invece conosco molte persone che non vedono, semplicemente perché non guardano. Guardare non è stare lì davanti a un soggetto (di qualsiasi genere sia…) con lo sguardo da mucca al pascolo. Per guardare occorre impegnarsi.